29 giugno 2009

ci sono giorni


Ci sono giorni colorati,
quelli in cui ti svegli con la luce negli occhi e tanta voglia di creare, di pensare, di tuffarsi in nuovi progetti, nuove emozioni.
I giorni colorati sono schizzofrenici, perché come nel movimento delle lenti di un caleidoscopio, le forme ed i colori si inseguono all’impazzata. E dietro alle luci, si rincorrono le parole, che arrancano verso i pensieri - decisamente più veloci.
Talvolta pensieri e parole si mischiano in origami mentali, e non sai mai quale sia il risultato finale.
Forse è anche questo un sintomo della creatività.
O forse solo follia.

Ci sono giorni grigi,
quelli in cui ti sembra di avere un qualcosa lasciato in sospeso, parole non dette, pensieri non definiti.
Non sono esattamente giorni tristi, ma piuttosto giorni malinconici.
Nei giorni grigi ti perdi a seguire le nuvole scure che si muovono all’orizzonte.
Fuori e dentro te.
Ti sembra di udire delle note in lontananza, negli angoli profondi della memoria.
Suoni di melodie antiche, forse mai ascoltate.
Nei giorni grigi i libri chiamano con insistenza, quasi a volerci offrire un rifugio.
O semplicemente un pretesto.
Le pagine ingiallite ondeggiano, mosse dai sussulti di antiche presenze.

Ci sono i giorni immobili,
quelli in cui iniziano con la speranza che finiscano presto.
Dove tutto appare lento, pesante, strisciante.
Dove ogni gesto, ogni vibrazione, ogni pensiero, non ha nessun significato, nessun senso, nessuna emozione.
Sono i giorni peggiori, dove l’indifferenza prende il sopravvento, e avvolge l’anima in un giallo sudario.

Ci sono giorni che sanno di sabbia.
Non quella soffice e calda delle spiagge, ma quella vitrea che ti scorre nelle vene, che ti graffia gli occhi, ti asciuga la gola.
Sono i giorni in cui vorresti gridare la tua rabbia, vorresti poter avere un minimo di potere per cambiare ciò che ti disgusta.
E ti ritrovi inesorabilmente con il gusto salato sulla lingua, la pelle arida, l’anima accartocciata.

Ci sono giorni di ricordi,
non soltanto i tuoi, ma quelli che abbiamo tatuati nella memoria.
Sono i giorni in cui la realtà si fonde con la letteratura, con parole scritte da altri ma che vorremmo aver pensato noi.

Ci sono giorni di catrame,
dove ogni parola udita, letta, pensata, ti si appiccica come nera pece fusa.
E non basta scorticarti con le unghie, raschiarti la pelle con infinite lamette.
Le parole, soprattutto quelle crude, quelle dure, ti si infiltrano tra le cellule.
Nei giorni di catrame ti senti arido e non trovi nemmeno un fiammifero per guardarti dentro.

Ci sono giorni di vento,
in cui tutto ti trapassa con una leggerezza sconcertante.
Non è indifferenza, non è lobotomia dell’anima.
Nei giorni di vento guardi il mondo con uno sguardo meno ruvido, certo che qualcosa cambierà.
Forse echi di venti lontani, di altre culture, di altre vite.
Nei giorni di vento tutto appare possibile, anche le svolte positive.

Ci sono giorni di cristallo,
dove riesco a vedere tutti i riflessi, le geometrie che lo spettro di luce rifrange.
Nei giorni di cristallo mi perdo nei riflessi.
Quelli dei suoni, trasportati dal suono delle parole, dalle melodie della voce.
Quelli dei pensieri, che leggo scritti sulla pelle come pergamene orientali.
Quelli delle speranze, che disegno nell’acqua, come cerchi concentrici.
Quelli del tempo passato.
Del presente, che vorrei godere in ogni singola sfaccettatura.
Quelli del futuro, che vorrei stringere con queste mani.
E non smettere mai di leggere i mille riflessi…
Negli occhi tuoi.











4 commenti:

  1. Ci sono giorni...E' questo che importa alla fine.Colorati, grigi, sabbiosi o cristallini sono però giorni che ci sono dati da vivere. Non da soli, ma accanto a lui (o a loro) nei cui occhi ..."non smetteremmo mai di leggere i mille riflessi". c'è qualcosa di più bello cui aspirare in questa vita?

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