9 giugno 2009

Quotidianità


Non ho mai amato svegliarmi tardi la mattina,
quasi fosse una perdita di tempo rimanere a letto oltre un certo orario.
Stranamente però mi sono sempre innamorato di ragazzi che amavano crogiolarsi tra le lenzuola fino all’ultimo secondo utile, per poi dover correre come pazzi per non essere in ritardo.
Cosa che avveniva regolarmente.
Ci sono diversi vantaggi nell’alzarsi presto, prima del tuo compagno.
Hai tutto il tempo per lavarti con calma, ricomporre il viso in modo che appaia umanamente accettabile, prenderti il giusto tempo per consultare le mail del mattino.
Ma c’è una cosa che più di tutte mi piace nell’essere sveglio prima che l’uomo che amo apra gli occhi:
mi piace godermi gli istanti in cui lui sta ancora dormendo, con quel bellissimo sorriso di uomo felice, le lenzuola stropicciate che gli coprono a tratti il corpo.
Mi piace guardarlo e sentire che sono fortunato; la quotidianità del risveglio accanto alla persona che hai scelto e che ti ha scelto, è uno degli aspetti più intimi della vita di coppia.
Mi piace preparare il caffè ed essere accanto a quest’uomo che non mi stancherei mai di guardare, di coccolare, di amare.
Svegliarlo con un bacio, mentre gli scosto i ciuffi ribelli dal volto, augurandogli il buongiorno.
E non capisco come non si possa considerare famiglia un rapporto così intimo, solidale, sincero.
L’ignoranza di chi ha paura che possa venire attuato un riconoscimento di famiglie differenti, è dovuta al fatto che non si concepisce la coppia come un insieme di gesti quotidiani, stupendamente normali.
Talvolta mi chiedo cosa spaventi così tanto l’Italia di oggi nel voler negare gli stessi diritti a chi non dovrebbe nemmeno avere la necessità di chiederli.
Perché poi dovrebbe essere una concessione?
Perché altri devono decidere come gestire la mia vita?
Sfiduciato ed incazzato per un paese che sempre meno scopre motivi di orgoglio, un circo di nani e ballerine, buffoni travestiti da politici, cittadini talmente responsabili di questo scempio che non posso che definire “miseri”.
Il desiderio di emigrare è forte, la vergogna di essere parte di un paese che va allo sfascio è ogni giorno più pressante.
Ma poi sento che sarebbe da vigliacchi lasciare il paese ed andarsene, senza cercare di combattere.
Ne pagheremo le conseguenze, di queste scelte politiche prese con leggerezza.
Mi fa paura scoprire quanto poco si legga nel nostro paese, soprattutto se guardando al passato vedo le lotte che sono state fatte per uscire da una dittatura.
Mi fa orrore vedere che si considera la vita come un reality di seconda categoria.
Mi fa ribrezzo sentire politici ignoranti e razzisti che inneggiano allo sterminio dei Rom, dei Musulmani, dei Gay, ovviamente.
Ma la cosa che più mi fa tristezza è vedere che ci stiamo abituando a sopportare tali soprusi come se fosse normale.
Senza più coraggio.
Senza più orgoglio.
Senza più dignità.

Mi piacerebbe svegliarmi una mattina accanto all’uomo che amo e poter vivere la nostra vita nel pieno diritto, nella consapevolezza che in caso di malattia ci si possa prendere cura uno dell’altro.
Uscire di casa mano nella mano come milioni di coppie, e questo gesto dovrebbe apparire naturale, tra persone che si amano.
Mi piacerebbe vivere in un paese, non dico perfetto, ma almeno civile.
Temo che questo paese non possa essere l’Italia, almeno per i prossimi anni.

3 commenti:

  1. Condivido tutto quanto scrivi, compresa la bellezza dello svegliarsi la mattina per primo per godere, nella tranquillità del momento,attimi di straordinaria intimità col (coi)partner(s) ancora addormentato(i).Sono proprio i piccoli, ripetitivi gesti quotidiani a costruire l'amore e la famiglia.Purtroppo è vero: in quest'Italia che va in rovina la cosa peggiore è l'abituarsi a tutto, anche alla vergogna...

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  2. Grazie per il bel commento.
    Credo che, nonostante il periodo poco felice in cui ci troviamo a vivere, la speranza che qualcosa possa cambiare rimane, nel fondo.
    L'unica possibilità che vedo all'orizzonte è quella di continuare a vivere la nostra realtà nel modo più tranquillo e sereno, senza cedere a ricatti morali.
    Una lenta, ma continua lotta per conquistare diritti ancora negati.

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  3. La bellezza dello svegliarsi la mattina per primo, osservare l'altro che dorme beatamente, che si rigira tra le lenzuola, che russa o sbuffa, e che poi, finalmente, apre gli occhi, e ti dedica il suo primo sorriso della giornata, è tutto quello che mi manca.

    Bel blog, davvero. Tornerò a trovarti...

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