26 giugno 2009

Gay o etero?


- Quando ti sei accorto di essere gay? –

La solita domanda che da anni mi viene posta.

- Esattamente quando tu ti sei accorto di essere etero – rispondo.

Probabilmente, già nel momento del concepimento, il mio spermatozoo era diverso da molti degli altri concorrenti.
E credo sia per questo che poi sono diventato asmatico: con tutta quella corsa e scazzottamenti per raggiungere l’ovulo, deve essere arrivato sfinito, senza fiato.
Non ho mai creduto alle varie teorie psicoanalitiche che danno come una delle cause dell’omosessualità la presenza di una madre invadente, l’assenza di un padre, o peggio ancora, episodi di “approcci omosessuali” da parte di adulti nella mia infanzia.
“C’è chi ama la vaniglia – spiegò una volta la sorella di un mio ex ai genitori, per far capire loro che essere gay era semplicemente una delle possibilità – e chi ama il pistacchio”

Ed io ho sempre amato il pistacchio.

Da quel che mi ricordo della mia infanzia – che, mi spiace per i sostenitori del Moige o delle posizioni ultra cattoliche-conservatrici , è stata un’infanzia spensierata, felice, piena di amici.
Una famiglia originale, senza dubbio, forse più libera rispetto a molte famiglie dell’epoca
( parlo dei primi anni ’70).
Madre femminista attivista nei vari movimenti dell’Udi (Unione Donne Italiane), padre attivista nell’allora PCI.
Madre artista e padre agente di commercio.
Due sorelle amate ed odiate a seconda dei momenti.
Sarei potuto diventare un ragioniere, un idraulico (e in questo caso ora sarei ricco), o un becchino ( e anche con questa professione sarei quantomeno benestante – i becchini non conoscono crisi)
Oppure avrei potuto intraprendere la carriera di cameriere, o di operaio.
Sarei potuto essere eterosessuale, sposato, con una schiera di marmocchi ormai adulti, o un marito annoiato con una moglie altrettanto annoiata.
E la solita serata di sesso nel week end.
Invece sono nato gay, felice di esserlo, innamorato di un compagno che – incrociamo le dita – spero mi accompagni per il resto della vita.
Una normale, per molti versi tradizionale, coppia di persone che si amano.

Non ho mai sognato di diventare un clone della Cuccarini né ho mai amato alla follia la Carrà, non rubavo i vestiti a mia madre né mi truccavo il viso imitando Candy Candy.
Da piccolo sognavo di diventare archeologo, veterinario, attore.
Come tutti i bambini.
Certo, non ho mai amato il calcio, ma conosco amici gay che il calcio non solo lo amano ma lo praticano pure.
Del calcio amavo solo le immagini negli spogliatoi.

I primi ricordi che svelassero – inizialmente solo a me stesso – la mia propensione verso corpi del mio stesso sesso, risalgono alle medie.
Nelle ore di ginnastica – che tra l’altro odiavo perché allora, come oggi, sono sempre stato negato per gli sport – mi sentivo euforico quando ci si trovava , tutti noi maschietti, negli spogliatoi della palestra e ci si cambiava allegramente.
Che paradiso quell’abbondanza di corpi seminudi – sebbene ancora acerbi – che non avevano timore a mostrarsi.
Mi era anche capitato di vedere alcuni corpi maschili, nudi, di adulti.
Succedeva spesso in piscina ( dove insistetti con isterismo a farmi fare un abbonamento d’ingresso) anche se poi la maggior parte del tempo la trascorrevo nello spogliatoio, ad osservare quelli più grandi di me che facevano la doccia.
Credo – senza vergogna – che prima di buttarmi in qualsivoglia approccio, trascorsi un periodo abbastanza lungo rivestendo il ruolo di voyeur ( termine elegante per definire il guardone).
Chi di noi non si è mai eccitato all’idea di poter osservare altri esseri umani mentre si facevano la doccia?
Contestualmente cominciò anche il mio apprendistato nell’arte dell’onanismo.
E se fosse vero che la masturbazione porti inesorabilmente alla cecità, ora sarei messo peggio di Mister Magoo.
E’ vero, porto gli occhiali, ma non credo dipenda da quanto ho giocherellato in solitaria con il mio apparato genitale.

Hp avuto anche io – sebbene a volte mi stupisco della cosa – alcune esperienze sentimentali con ragazze, per lo meno in giovane età.
Sapevo che ero comunque attratto dai bei ragazzi, ma convivevo tranquillamente con questo mio atteggiamento che, almeno nei primi anni, si risolveva soltanto in grandi sogni erotici e fantasie mentali.
Purtroppo non c’erano molte occasioni, in un piccolo paese di provincia, per approcciare altri ragazzi senza il rischio di beccarsi qualche cazzotto per aver valutato male la situazione.
Negli anni ho poi sviluppato – e sembra molto bene – quel senso chiamato gay radar.
Ora difficilmente mi sbaglio, tra noi gay ci si riconosce in un secondo – e non solo quando l’elemento in esame veste come Cher nello spettacolo “Divas” di Las Vegas.
E non siamo tutti come Jack di Will & Grace, né parliamo di noi al femminile.
La cosa che mi ha sempre lasciato perplesso è che quando capita di dichiarare, in tutta normalità, della mia condizione sentimentale con un uomo, se l’interlocutore è etero, e soprattutto donna la reazione è di stupore.
E non mancano di aggiungere “ …che peccato, sei così un bel ragazzo, e per nulla effemminato!
Forse che l’essere gay è prerogativa esclusiva di Divine e Platinette?
O forse perché scoprire o supporre che il tuo commercialista o il tuo meccanico possa avere in casa il calendario di “Les Dieux Du Stade “ – non ne perdo una edizione – per inciso – invece che quello della Pirelli, li mette in agitazione.
Non ci sono più i veri gay, quelli che notavi a distanza, quelli che ti rassicuravano che no, tuo marito proprio non aveva nulla che fare con loro….
Qualcuno mi sa spiegare perché non esiste moglie che non sia certissima della virile eterosessualità del marito, ma quasi ogni gay ha avuto storie di sesso – non dico d’amore – con uomini felicemente sposati?











1 commento:

  1. Molto, molto bella, nella sua pacatezza e normalità (oltre che humor), questa tua riflessione.Non c'è da essere orgogliosi di essere gay o etero, perchè sono accidenti che non aggiungono alcunchè all'appartenenza alla "razza" umana, come l'essere biondi o maschi o ricchi. Diventare sempre più uomini sviluppando al meglio le potenzialità positive della specie, questo sì potrebbe renderci fieri di noi stessi!

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