5 giugno 2009

La stanza dietro gli occhi - 2


Ci sono giorni in cui le letterature non escono dai libri.
Ma da fredde lapidi di marmo.
Pensieri incisi con grafie rigide, o racchiuse in gotiche espressioni.
Ritratti, racconti, poesie.
E centinaia di sguardi.
Parole silenziose che danzano nel vento, aliti gelidi, lacrime di pietra.
La stanza nascosta tracima di lapidi.
Nomi altisonanti, ma anche nomi sconosciuti.
Di chi ha creato arte, poesia, storia.
Ma soprattutto di chi ha lottato, per un amore, per una causa, per una libertà.
Mi investono come tende mosse dal vento, le voci.
Voci afone, che urlano i loro perchè.
Voci musicali che fanno da sottofondo ai miei pensieri.
Mi sembra di vederle, in coda, verso le camere a gas.
Un silenzio assordante, rotto solo dalle urla del vento che spezza i singhiozzi.
Schegge di gelo nell'aria.
Schegge di gelo negli occhi.
Nell'anima.
Sguardi innocenti, di bambini che non avranno mai una risposta ai loro perchè.
Occhiaia rassegnate, di chi non ha più la forza di reagire.
Di quelle voci abbiamo impregnate le ossa.
Di quegli sguardi abbiamo intrisi i tessuti.
E la nostra memoria racchiude pagine nere, che non vorremmo leggere, ma che non possiamo dimenticare.
che non dobbiamo dimenticare
Nella stanza nascosta colleziono sguardi e sospiri.
Vite troppo spesso dimenticate.
Cammino lentamente, cercando di non far rumore, per non incrinare l'aria di vetro.
Mi vesto di pagine di storia.
Sono le storie invisibili.
Le storie di chi non avrà mai un nome, nè un posto nei libri di testo.
Ma sono le storie a cui dobbiamo la nostra libertà, i nostri pensieri, i nostri progetti.
Eredito paure non mie,ma che sento graffiare come artigli.
Paura che tutto possa un giorno tornare, se non ricominciamo a combattere.
Angeli che camminano tra le pareti della stanza, rimbalzano tra polvere e silenzi.
Non hanno età.
Sento soltanto il peso dei loro sguardi, e dei pensieri.
Ho cercato di contarli, ma il loro numero cresce ad ogni battito d'ali.
Qualcuno ha il volto severo, il naso aquilino, la pelle olivastra.
Visi biblici, solcati da ragnatele di dolore.
Volti zingari, le scintille spente negli sguardi morti.
Sguardi che hanno smesso di sognare il mare, di guardare al cielo.
Dolori difficili da scorticare, dolori che sono diventati anime annientate.
Qualcuno ha il color dell'ebano, e gli occhi d'oriente.
Ci sono angeli da un'ala soltanto, e la voce sottile.
Mani strette ad altre mani, in un ultimo sospiro d'amore.
Angeli colorati, con in testa le note di un bar, e i lividi di manganelli sulla pelle.
Un angelo ha segni rossi sul collo, ricordo di una collana di corda.
Omaggio per aver amato un compagno troppo simile a lui.
Angeli dal viso di donne, segnate dalla fatica.
Profumo di mimose, e segni di ustioni sulle ali dorate.
Mi vedo riflesso nei loro occhi e i loro perchè mi attraversano cme spade.
Vorrei poter dire qualcosa, ma la voce si perde nel nulla.
Vorrei poter dire semplicemente - grazie -
Ma la voce si ferma strozzata.
Non sono le mie parole che cercano.
Nè tantomeno la mia gratitudine.
Mi guardano in silenzio, nella penombra della stanza.
Occhi che mi scrutano, forse alla ricerca di ali che non ho.
Un'esplosione, mistra di rabbia e vergogna mi riempie gli occhi.
Attorno sento lacrimare stalactiti di dolore.
Rumori di anime che evaporano, perse nel tempo, cancellate dalle memorie.
Sacrifici dimenticati.
...continua

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